Editorial

Il brio e l’irriverenza dell’estate ci salutano. A breve torneranno. Vengono ora ad abitare da noi i colori dell’autunno. Le nuances avvolgenti del rosso vino, i toni caldi del grigio ferroso di città e le sfumature del bianco. Quello della carta come pure quello del calcare di grotta. Mai si allontanano il blu del mare e le tonalità terra dei piccoli borghi, che, virando verso il verde, gli fanno spazio e camminano insieme.

 MyAnkon segue con curiosità l’avvicendarsi delle stagioni. Si equilibra. Tende ad allinearsi. Esce, in parte, da quella sua prima veste. Impertinente, come i tempi caldi che l’avevano vista nascere. Caleidoscopica. Dolcemente variegata. Che amava anticipare. Spaziare. Parlare per flash. E giocare con una ragionata incoerenza.

Mantenendo sempre salda la sua identità, ora, si raccoglie di più. Questo numero è una carezza. Che si posa sulla materia e sul come si raggiunga la forma. Dialoga con l’artigiano ed esplicita le sue tecniche, antiche e di oggi, con cui trova la soluzione: artistica, estetica, funzionale. Non importa. Ciò che conta è il segno umano o di natura che passa. Dalla materia alla forma. Quell’abilità artigianale o naturale che cura. Contamina. Innesta. Stratifica. Ricicla. E fonde. Che è ponte tra passato e futuro. Autrice e interprete di un lavoro fatto bene e con il cuore. Ogni volta in anticipo sulla strada della tradizione. Perché in continuo movimento.

Non ne abbiamo mai abbastanza di queste storie. Visive e narrative. Così fotogeniche. Forti e orgogliose del proprio genius loci, che non hanno timore di invecchiare. Per loro, il tempo è una costante che le rende timeless. Quindi, ancora più belle. Spazio, dunque, alla narrazione e alla messa in scena di storie autentiche. Dove i luoghi sono architetture mai ovvie. In cui si tengono sempre in mente il contesto e le dinamiche socio-culturali di riferimento. Anche se, a volte, capita che li si rispetti e, a pieno, li si esalti. Altre volte, succede, invece, che, lungo lo svolgimento, ci si vada in rottura per poi riarmonizzarcisi prima del finale.

MyAnkon, nella sua seconda veste, è ricerca di un’Estetica. Che si sente. Si tocca. Si coglie. È racconto di materie che si forgiano dietro l’arte, l’artigianato, il design e la natura. C’è qui una tensione forte verso gli elementi. Verso gli attrezzi del mestiere che fanno cambiare stato alla materia. La matita del designer nautico. Il pennello dell’artista. Lo scalpello dello scultore o quello del fabbro. La maestranza ineccepibile e senza replica dell’artigiano della carta più pregiata. Il lavoro lento e costante della natura che regala i suoi frutti o le sue scenografie migliori. Così come la determinazione, la passione, la creatività e l’intuito di uno chef nel comporre prelibatezze da gustare. Di un’attrice ballerina nel dare vita alla sua coreografia più coinvolgente. O di un’intera cabina di regia che si appresta a confezionare nozze indimenticabili. A filo d’acqua. In riva al mare. Tra i tetti della città. O, in totale relax. Tra borghi e natura.

Le nostre Stories…

Letteratura di visioni allargate e di inedite identità. Sono cinque le storie. Tutte in divenire, narrano di passaggi. Di tempo, luogo o di stato della materia. Ognuna sente e nasce dall’interazione di forze creative diverse tra loro. Ciascuna tende a caratterizzare i soggetti, gli oggetti e gli spazi. A esaltarne l’unicità, tirando fuori aneddoti correlati. A mettere in luce la qualità delle risorse coinvolte. Sia che esse siano fuse, riciclate, innestate, a strati posate o vicendevolmente contaminate.