Una Danza Libera e Primitiva

Una Danza Libera e Primitiva

Goccia dopo goccia. Passo dopo passo. C’è movimento. La materia si fa forma. È tutta una questione di tempo. Che non permette escamotage. Tanto meno scorciatoie o scuse. Richiede rigore e disciplina. Gradisce molto la pazienza dell’attesa. La formazione delle concrezioni, come la coreografia di una danza, è una narrazione lenta. Che si porta dietro un lavoro di backstage complesso. Fatto di incontri, di passaggi di stato e elementi. Un processo che ha la bellezza imperfetta del non finito. Che, nella sua fragilità e nelle stratificazioni del tempo, si fa forte, diventando poetico e inesatto.

In grotta, la stessa goccia pare danzare. Le concrezioni più belle dello stillicidio sono le stalattiti, che decorano le volte delle sale, e le stalagmiti, la base. Ma pure le colate calcitiche o i laghetti cristallizzati dicono la loro in quanto a splendore. E ciò avviene quando rispettivamente l’acqua dilava la roccia o vi ristagna.  

In una sera d’autunno, nella bianca e suggestiva caverna, entra la libertà. Lasciando spazio al genius loci, inizia a ballare. Dentro quella scultura (naturale) da abitare a piedi scalzi, una poesia contemporanea si muove. È un cuore che pulsa dal guscio ancestrale di bianco calcare. Nell’aria, che porta il profumo di un tempo umido, un senso esoterico e intimo pervade paesaggi segreti. Nascosti. Ma non troppo. Lì, una grazia rara. Sicura e ordinata. Danza. Si esprime con coraggio, seguendo il proprio ritmo. È consapevole in pieno del proprio fisico. Esprime la sua attitudine e personalità.

I suoi passi non alterano il sito. Lo magnificano. Tra le concrezioni e la libertà che balla c’è sincretismo. Si fa come a Creta. Dove, da tempo immemore, si fabbrica la migliore terracotta che deriva dal mescolare terre diverse. Ci si fonde. Si co-abita e si creano nuove sintesi. Tempo, spazio e materie perdono valore. 

La situazione è bella e calma. Direi onirica. Invita all’ascolto del silenzio. Ad ammirare la meraviglia dei giochi di luci e di ombre. Mossi dai passi. E creati nelle texture stratificate dalla natura. Sa ispirare. Chi è paziente. Chi si prende cura di sé. Chi coltiva la mente e il corpo. Chi mantiene salvo lo stupore. Per le cose e per il mondo. 

Suggestioni di carattere interiore. Esperienze che, vissute in prima persona, imprimono ricordi in memoria. Che si sedimentano e lì restano. Fino a quando non arriva un’altra goccia (di memoria). Che deciderà se invitarli o meno a danzare con lei. (Alla goccia) (A chi danza). Grazie del ballo. È stato appassionante, immenso, rigenerante. Grazie per ogni ballo. Del prossimo, siamo già in attesa.